Trae la sua origine dalla parola veneziana s-ciào (o s'ciàvo) che ha il significato di "schiavo",[1] derivando dal neolatino "sclavus", che indica persone di etnia slava frequentemente usate proprio come schiavi nell'intero mondo mediterraneo, venduti spesso dalle stesse famiglie ai mercanti veneziani o arabi. Venivano "importati" nella Spagna musulmana, Egitto, Asia minore e in occidente (in quest'ultimo caso solo quelli non cattolici) passando per Venezia.
Salutare con un ciao corrisponderebbe quindi a "Servo Vostro", formula di saluto oramai desueta (cfr. l'analogo saluto "servus", diffuso in Austria e Baviera). Questo saluto era usato senza distinzione di classe sociale.
Il termine originale s'ciào esiste ancora nel Veneto, usato come esclamazione o per esprimere rassegnazione, e nel dialetto lombardo e ticinese, per esprimere sollievo per uno scampato guaio, oppure per intendere "sono tuo schiavo", modo grossolano per dire di essere a disposizione verso l'interlocutore.
Confermo lo s'ciao lombardo (o "s'ciau") per dire "è andata bene lo stesso, va', non pensarci..."
RispondiEliminaVisto il tema, ti linko tra i collegamenti nella blogroll sul Canto delle sirene.
Ah... ciao :-)
@DR...
RispondiEliminae se lo dici tu...mi fido :)
ti ringrazio...:)...mi sento un po' in imbarazzo.
mi ripeto.... ciao :)
Ciao, ciao, ma vedi tu, ti sei ingrandita??
RispondiEliminabene, mi fa piacere. Un grande saluto e .... sudate, sudate, sudate.... Ciao
@ un tocco di Rosa....
RispondiElimina...ci mancava un Tocco di Rosa ...in questo Blog !!! ;)ciaooo